“Bologna di ieri e di oggi” in scena a Zola Predosa, Pancaldi: “Omaggio a Simona Selvini”
ZOLA PREDOSA – Poliedrica e dalle infinite sfumature: questa è la Bologna che è andata in scena, venerdì sera, all’Auditorium “Spazio Binario” di Zola Predosa.
Bella, anzi bellissima. Bologna si è raccontata e lo ha fatto attraverso la storia, la musica e l’arte: trilogia di una grande città che ha avuto il piacere di accogliere personalità prestigiose come Pier Paolo Pasolini, Roberto Roversi, il grande commediografo Alfredo Testoni. E non solo. Come non annoverare il trio Lescano, Dalla e Guccini.
Silvia Parma ed Ettore Pancaldi grazie agli “interventi musicali” di William Manera hanno cantato una città messa in ginocchio dalla seconda guerra mondiale, priva di speranza e di dignità: le reti dei servizi gravemente danneggiate, la maggior parte delle aziende rase al suolo e gli edifici completamente distrutti. Figli strappati egoisticamente, poco più che ventenni, dalle braccia delle proprie madri.
Nel corso dello spettacolo, improvvisamente, un’immagine campeggia grande a tutto schermo. La città si sveglia e rinasce a nuova vita sotto una luce diversa. Anche il ritmo cambia. Le musiche si addolciscono e raccontano una nuova epoca. E’ l’insolito accostamento a rendere la visione così emozionante e, per certi versi, surreale: è l’anno 1945. L’immagine che decreta la liberazione della città ritrae i carri armati degli alleati in piazza Maggiore. Di fronte, a benedire questo momento storico, la maestosa basilica di San Petronio.
Silvia Parma, quando è nato questo spettacolo?
Questo spettacolo teatrale è nato nel 2012 per il teatro degli Alemanni di Bologna, in realtà. Inizialmente era molto più complesso poi, nel corso del tempo, lo abbiamo riadattato e “cucito” su misura per me, Ettore Pancaldi e William Manera, bravissimo musicista.
Lei, bolognese doc, se dovesse descrivere la città di Bologna, quali aggettivi userebbe?
Bologna è forte, indomita, smemorata (spesso dimentica la sua storia e la propria identità, ahimè) e versatile.
Qual è, secondo lei, la canzone più rappresentativa della città?
Sicuramente “Bella ciao”.
Il signor Pancaldi ha definito lo spettacolo “Un omaggio a Simona Selvini”, vero motore di Spazio Binario, nonostante le difficoltà che oggi, purtroppo, il settore cultura subisce a causa dei dannosi tagli.
Simona non è soltanto un’amica. E’ molto di più. E’ una bravissima attrice e un’artista profondamente consapevole. L’arte quando è ben fatta porta a due obiettivi importantissimi: il divertimento e la presa di coscienza che si trasforma in forte autocritica.
L’arte è aggregazione, comunicazione; scambio e dialogo condiviso.
Antonella Oliva
Ufficio stampa Medhiartis