L’umanizzazione di Sally, una finestra sul mare per i piccoli pazienti oncologici
Nel reparto pediatrico oncologico dell’Ospedale Sant’Orsola di Bologna esiste un’isola meravigliosa dove i piccoli pazienti possono sognare e immaginare il profumo del mare, lo stridio dei gabbiani, il calore di una giornata d’estate. Un allestimento che permette di ricreare, e rivivere, giornate estive spensierate illuminate da un sole che, per i bambini malati, altro non è che un attivatore naturale per i tumori. Così come delle finestre semiaperte, con dietro un disegno da scoprire, rappresentano per i bambini affetti dalla sindrome di down un piacere talmente grande tanto da superare la difficoltà di dare impulso, con la mente, alla mano.
L’ambiente per questi bambini è la cura.
Si chiama umanizzazione e, personalmente, fino a due giorni fa, non sapevo cosa fosse.
Umanizzare gli ambienti sanitari vuole dire renderli, per l’appunto, più umani: rispondendo a un concetto alberghiero di accoglienza.
Un incrocio di sguardi fortunato ha attirato la mia attenzione nel corso dell’ Exposanità: fiera, in corso a Bologna dal 18 al 20 maggio, dedicata all’innovazione tecnologica in ambito della sanità e dell’assistenza.
Ci sono incontri casuali, inaspettati.
Non sono fortuite, invece, le sensazioni.
Sto parlando di quelle percezioni che ti conducono, involontariamente, nel posto giusto al momento giusto.
In sociologia della comunicazione la chiamano “serendipity”: neologismo che indica la fortuna di fare scoperte felici per puro caso.
La mia serendipity ha un nome e un cognome: si chiama Sally Galotti, designer e cartoonist. Anni di esperienza dapprima in comunicazione pubblicitaria presso il Gruppo Mediaset; come animatrice e storyboard presso l’Accademy Disney, poi. Ideatrice e realizzatrice del sistema di Umanizzazione Pittorica, Sally ha iniziato la sua esperienza nel 1977 in Romania, collaborando con il noto giornalista Mino Damato.
Dalla passione alla professione, il salto è stato breve.
“In Romania ho lavorato in un orfanotrofio – spiega Sally – e ho vissuto sulla mia pelle la sofferenza dei bambini malati di AIDS. Tutto quello che ho sentito e visto basta per scrivere un libro”.
Tornata in Italia una sola domanda rimbombava prepotentemente nella sua testa: “Cosa sto facendo di buono nella mia vita?”.
“All’epoca quando ho cominciato – prosegue Sally – il concetto di ‘umanizzazione’ era ancora vago. Chiesi supporto al Dipartimento di Ricerca di Psicologia dell’Alma Mater di Bologna, in particolare alla docente Fiorella Monti, che mi ha seguito in un percorso di ricerca e studio per misurare la qualità affettiva degli ambienti. Questa è l’umanizzazione: la qualità affettiva degli ambienti. Studiando e ricercando, attraverso dei questionari somministrati prima e dopo gli allestimenti, ho cominciato con la ricerca scientifica e ho visto che le percezioni del bambino e dell’adulto, nel disagio non sono come quelle delle persone nell’agio. Abbiamo analizzato, a seconda delle diverse patologie, il design giusto”.
Design: colore, personaggi, animazione.
Per un bambino essere ricoverato, anche per una semplice appendicite, può diventare un trauma che lo rende un ansioso tutta la vita.
I piccoli pazienti devono riuscire a contenere il trauma del ricovero, del dolore.
Un evento che non deve essere dimenticato ma scorporato nel tempo.
“L’umanizzazione – conclude – è un lavoro innovativo, c’è molta psicologia in quello che faccio. Ho lavorato tanto con il professor Albertini del San Raffaele di Roma, emblema della riabilitazione pediatrica. Mi ha insegnato tantissimo, soprattutto che l’ambiente cura. E’ vero. I bambini, quando arrivano in una struttura pediatrica, devono essere accolti come in un teatro. C’è tutto un mondo da scoprire”.
Tutti i materiali utilizzati da Sally sono certificati e in linea con le normative europee in vigore. Dopo aver girato il mondo è tornata a casa e, oggi, ha una figlia di 8 anni.
A Forlì ha il suo ufficio e da lì parte tutta la sua rete di distribuzione.
Le strutture a cui si rivolge sono: pediatria, maternità, nidi, radiologie senologiche e tutte le specialità mediche.
Ogni giorno, nonostante le innumerevoli difficoltà, sposa il suo progetto con coraggio e risolutezza.
Il sistema di Umanizzazione Pittorica di Sally Galotti, elaborato negli anni e pensato come strumento al servizio delle diverse discipline mediche, dall’accoglienza alla riqualificazione degli ambienti sanitari, in molti casi è diventato parte olistica dell’ospedale che “CURA”.
Antonella Oliva
Ufficio stampa Medhiartis